Le persone affette da problemi venosi sono moltissime. In Italia l’insufficienza venosa risulta essere una delle prime cause di malattia, con percentuali altissime di popolazione (tra il 30 e il 50%, con prevalenza nelle donne) che ne soffre. Le malattie delle vene degli arti inferiori conducono tutte all’insufficienza venosa, intesa come l’incapacità del sistema venoso di adempiere bene alle proprie funzioni.
L’insufficienza venosa può essere provocata anche da fattori non vascolari, come malattie muscolari o ortopediche degli arti inferiori. Il ristagno del sangue venoso, definito in termini medici “stasi venosa”, è il punto chiave della malattia. Infatti quando il sangue venoso non riesce più a progredire dagli arti inferiori verso il cuore, perché le vene sono troppo dilatate (varici) o perché si hanno danni nel sistema valvolare (come accade dopo una flebite o una trombosi) compaiono dei sintomi caratteristici: gonfiore delle caviglie e dei piedi, pesantezza e dolore agli arti inferiori, prurito, bruciore, crampi notturni. Tutti questi sintomi si accentuano alla sera, perché il ristagno di sangue è aumentato dalla posizione in piedi o seduta, per la forza di gravità che tende a impedire di per sé il ritorno del sangue verso l’alto.
COSA FARE IN CASO DI INSUFFICIENZA VENOSA?
I consigli che seguono indicano alcune regole di stile di vita utili per contenere la sintomatologia dell’insufficienza venosa:
- Evitare di stare fermi troppo a lungo sia seduti che in piedi, ogni tanto alzarsi e camminare. Se si è impossibilitati come ad es. durante un viaggio aereo, da seduti alzare alternativamente e lentamente tacco e punta in modo da mettere in azione sia la pompa plantare che quella del polpaccio. L’esercizio va ripetuto per almeno dieci volte ogni mezz’ora.
- Evitare i luoghi troppo accaldati, come la spiaggia nelle ore più calde, al mare camminare in acqua fino al ginocchio. Per chi va in piscina tenere le gambe lontane dai bocchettoni dell’idromassaggio perché risulterebbe traumatico per le vene. Molto utile per chi rimane in città è bagnarsi le gambe con un getto di acqua inizialmente tiepida poi sempre più fresca più volte al giorno partendo dalla caviglia e salendo fino al ginocchio, volendo anche fino alla coscia.
- Dormire con un cuscino sotto al materasso altezza piedi e riposare almeno mezz’ora al pomeriggio adagiando le gambe su un piano inclinato in modo che il tallone sia posizionato ad un livello più alto rispetto al cuore di circa 15 cm.
- Evitare calzature a pianta stretta, con tacco troppo alto o al contrario inesistente (tipo ballerine o infradito havaianas). La calzatura idonea è a pianta larga o medio-larga a seconda del piede, con tacco di 3-5 cm.
- Come sport è indicato il nuoto ma va molto bene anche il jogging o in alternativa lunghe passeggiate, preferibilmente di sera e al mattino presto, avendo cura di indossare scarpe adatte. Potendo scegliere il percorso è più vantaggioso camminare e correre su un tappeto erboso che sull’asfalto.
Cosa molto utile, direi indispensabile, è indossare le calze elastiche a compressione graduata. Tutti gli specialisti sono concordi nell’affermare che le calze elastiche, in particolare quelle terapeutiche, costituiscono uno dei più efficaci e validi strumenti sia per la cura delle malattie venose sia per contenere il peggioramento delle varicosità. L’uso costante della calza a compressione graduata riduce significativamente la sintomatologia sopra descritta (gonfiore delle caviglie e dei piedi, pesantezza e dolore agli arti inferiori, prurito, bruciore, crampi notturni) con conseguente miglioramento della qualità della vita soprattutto per quelle persone che lavorando sempre in piedi si ritrovano alla sera affaticate e sofferenti. Per individuare la calza giusta, nel caso sia presente una patologia venosa, è necessario affidarsi alla prescrizione del medico, meglio dello specialista, e nell’acquisto e scelta della taglia alla competenza di personale preparato (sanitarie e farmacie).