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Il linfedema dell'arto inferiore

L'infedema dell'arto inferiore, cos'è?

Con il termine alluce valgo si intende la deformazione dell’articolazione che sta alla base dell’alluce e che la spinge verso l’esterno, deviando l’asse del dito. Può succedere spesso che, con il primo dito, si sposta verso l’esterno anche tutto l’avampiede causando la comparsa delle dita “a martello”. E’ un disturbo che colpisce soprattutto le donne, non solo in età matura ed ha un enorme impatto negativo sulla vita quotidiana delle persone, perché provoca dolore durante la deambulazione, postura scorretta, difficoltà nel trovare delle calzature adatte e, da non sottovalutare, l’aspetto decisamente poco estetico del piede.

Come capire se si ha un linfedema dell'arto inferiore?

I segni e sintomi più comuni sono: pesantezza e affaticamento della gamba, persistenza di segni lasciati da indumenti stretti (elastico dei calzini o dello slip, pantaloni, scarpe…), gonfiore della gamba rispetto all’altra o al passato. La diagnosi di linfedema può essere fatta da un medico specialista (generalmente, il medico fisiatra) ma anche da un fisioterapista specializzato.

Come prendersi cura di un linfedema dell’arto inferiore?

Innanzitutto, è indispensabile affidarsi ad un fisioterapista specializzato nel trattamento del linfedema. Il trattamento più utilizzato e al momento più sicuro ed efficace è quello conservativo, che combina più elementi: linfodrenaggio manuale, bendaggio multicomponente ed eventualmente trattamenti accessori quali pressoterapia, taping drenante e altri. Al termine di una serie di sedute ravvicinate (trattamento intensivo), nella maggior parte dei casi è necessario indossare una contenzione elastica, che permette di mantenere i risultati delle terapie nel tempo. Si consiglia poi, per tenere sotto controllo il linfedema, specialmente nei casi legati all’asportazione dei linfonodi, di sottoporsi ad una seduta di linfodrenaggio e bendaggio una volta al mese.

Tutori elastici

Si intendono per 'tutori elastici' tutte le calze, i bracciali, i guanti e tutti i segmenti elastocompressivi che servono a contenere l’edema da stasi venosa e linfatica. Parlando di arto inferiore, in commercio esistono due tipi di calze terapeutiche, a trama circolare e a trama piatta. La trama circolare, ad elevata elasticità, è utilizzata per confezionare tutori destinati ad un problema più che altro flebologico, la trama piatta, più rigida e a corta elasticità, viene impiegata per il contenimento dei linfedemi. Da qualche tempo inoltre sono stati introdotti i tutori a strappo a corta estendibilità, facili da indossare e versatili nella compressione: non sostituiscono l’intervento del fisioterapista ma sono validi strumenti per la gestione del linfedema tra un ciclo di trattamento e l’altro. Una delle problematiche più comuni nell’utilizzo delle calze compressive riguarda l’adattabilità dei presidi utilizzati: se la calza non rispetta l’altezza e le circonferenze degli arti il rischio è che il paziente non trovi beneficio e il buon esito della terapia venga compromesso. È quindi indispensabile che la calza sia della taglia corretta e, se serve, che venga costruita su misura. L’uso costante dei tutori elastici è essenziale per mantenere la patologia sotto controllo, aumentando di molto la qualità della vita del paziente. I tutori vanno indossati il mattino, possibilmente prima di scendere dal letto e tolti la sera. Vanno lavati ogni due giorni a mano ed asciugati lontano da fonti di calore. Le calze come tutti i tutori elastocompressivi vanno rinnovate ogni sei mesi.

Autore

Dott.ssa Silvia Lunardon e Barbara Girardi

Fisioterapista specializzata in riabilitazione linfologica e senologica

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